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A Supportive Therapist

AL VOSTRO FIANCO AD OGNI PASSO

AREE DI INTERVENTO

APPRENDIMENTO

QUANDO POSSIAMO PARLARE DI DIFFICOLTÀ SCOLASTICHE?

A scuola bambini e ragazzi possono negli anni riscontrare difficoltà di apprendimento che possono essere legate a diversi fattori. Nonostante l’impegno e le tante ore di studio si riscontrano ancora molte difficoltà nella lettura, nella scrittura, in matematica o nelle materie di studio.

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COME RICONOSCERE QUALI SONO LE DIFFICOLTÀ SCOLASTICHE DI NOSTRO FIGLIO?

È importante comprendere l’origine della difficoltà attraverso una valutazione che accerti l’origine della difficoltà: in alcuni casi può essere legata a un Disturbo Specifico dell’Apprendimento in altri a difficoltà di Attenzione o di Memoria.
Individuare l’origine permetta di dare indicazioni su come poter intervenire e rafforzare in modo mirato l’area di debolezza attraverso un potenziamento mirato.

 

COME INTERVENIRE PER AIUTARLO NEL MODO PIÙ OPPORTUNO?

Innanzitutto è importante svolgere una valutazione neuropsicologica che di solito è della durata di 4-5 incontri che consenta di inquadrare l’origine delle difficoltà. La valutazione è il punto di partenza per un lavoro sinergico scuola, famiglia, professionista. A valle della valutazione la scuola si attiverà per individuare delle strategie individualizzate in base all’esigenze del ragazzo e allo stesso tempo si attiverà un percorso di potenziamento guidato dal professionista e che coinvolgerà la famiglia in modo che possa partecipare in modo attivo al potenziamento, secondo le indicazioni dello specialista.

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IL POTENZIAMENTO NEUROPSICOLOGICO IN CASO DI DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO

Sia che si tratti di un DSA sia che si tratti di difficoltà di attenzione e memoria sarà necessario attivare un percorso di potenziamento mirato.
I metodi che attualmente utilizzo maggiormente in caso di potenziamento neuropsicologico sono il Metodo Benso , Il metodo Feuerstein  e il potenziamento delle abilità visuo-spaziali - Metodo Bergamin.

DISAGIO EMOTIVO NEL BAMBINO

E NELL’ ADOLESCENTE

L’infanzia e l’adolescenza sono fasi del ciclo di vita durante le quali avvengono numerosi ed importanti cambiamenti fisici, comportamentali, affettivi ed emotivi.

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Il bambino si trova ad affrontare sfide quotidiane come la separazione da mamma e papà, l’inizio della scuola, le prestazioni scolastiche e l’apprendimento di nuove regole. 

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L’adolescente invece si trova di fronte a sfide che possono posso spaziare da un disagio legato al calo delle prestazioni scolastiche, a una difficoltà che può essere legata all’accettazione del proprio corpo che cambia, all’integrazione nel gruppo dei pari, alle prime relazioni amorose.

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Per questo motivo disagio emotivo nei bambini e negli adolescenti è almeno in parte fisiologico e fa parete del processo di crescita, ma non colpisce tutti allo stesso modo: qualcuno è più vulnerabile di altri.
Ciò vale ad esempio per le persone più sensibili o per chi fatica ad esprimere le emozioni o non sa gestirle in modo adeguato. In questi casi il malessere vissuto a scuola, con i pari o in famiglia condiziona in modo importante la quotidianità dei nostri figli.

 

QUALI POSSONO ESSERE I SEGNALI PIÙ EVIDENTI?

Il disagio e la sofferenza si possono manifestare in diverse forme. I segnali più evidenti possono essere irritabilità, aggressività, provocazione o al contrario chiusura, ritiro sociale e depressione. 
Possono presentarsi diverse forme di ansia fino a giungere ad attacchi di panico. 
Anche le manifestazioni di tipo psicosomatico (i più frequenti sono di solito mal di pancia, mal di testa, ecc..) sono un segnale di un disagio espresso attraverso il corpo.


DISAGIO EMOTIVO: COME AFFRONTARLO E RISOLVERLO

Il supporto fornito dallo psicologo aiuta a gestire la fatica emotiva e contenere eventuali comportamenti disfunzionali. Attraverso questo percorso il ragazzo avrà la possibile di comprendere i suoi vissuti emotivi che sono alla base dei comportamenti disfunzionali, esplorando le paure, le insicurezze e le difficoltà che gli impediscono un naturale percorso di crescita.
Durante il percorso vengono anche svolti degli incontri periodici con i genitori che permettono un lavoro congiunto al fine di raggiungere un benessere familiare.

RAPPORTO CON I SOCIAL E CYBERBULLISMO

La disponibilità e l’utilizzo crescente di Internet e di smartphone rappresentano per le nuove generazioni, i così detti ‘nativi digitali’, nuovi mezzi per comunicare e mantenersi in contatto. Tuttavia questi strumenti se da un lato possono costituire una importante risorsa per lo studio (DAD, video-lezione per studiare e approfondire, ecc…) dall’altro possono anche rappresentare un minaccia per molti giovani, che spesso si trovano coinvolti in situazioni di pericolo (cyberbullismo – Challenge online – pedopornografia ) senza rendersene neanche conto.

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Il cyberbullismo è una forma di disagio relazionale, di prevaricazione e di sopruso perpetrata tramite i nuovi mezzi di comunicazione come i social, le chat ed il web in generale. Non comporta dunque violenza o altre forme di coercizione fisica. Nelle comunità virtuali il cyber bullismo può essere anche di gruppo e di solito le ragazze sono vittime più frequentemente dei ragazzi, spesso con messaggi contenenti allusioni sessuali.


Le challenge online sono invece un fenomeno che è diventato ormai virale che consiste in sfide social che dilagano nel web con una velocità strabiliante. Si chiamano social game o social mode o social drinking perché ogni impresa viene filmata e poi inserita su specifiche pagine create sui social network o su siti per postare video, facendo da “incipit” per un successivo e spaventoso effetto contagio.

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Le conseguenze psicologiche possono essere estremamente dolorose: può esserci un intenso livello soggettivo di sofferenza che va ad interessare l’area individuale e relazionale delle vittime con effetti anche gravi sull’autostima, sulle capacità socio affettive, sul senso di autoefficacia, sull’identità personale. Possono riscontrarsi anche difficoltà scolastiche, ansia, depressione e, nei casi più estremi, idee suicidarie (a volte, purtroppo, idee che si tramutano in atti concreti). 

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L’intervento professionale in questo caso può avvenire in ottica di prevenzione per evitare di dover affrontare aspetti ben più complessi e problematici attraverso degli incontri che permettano un utilizzo consapevole delle tecnologie digitali, promuovendo l’educazione ai media, alla comprensione critica dei mezzi di comunicazione. 
Quando invece il soggetto la famiglia è stata già vittima della rete, lo psicologo interviene attraverso supporto psicologico o una psicoterapia che permettano di affrontare l’evento traumatico. 

 

GENITORI IN DIFFICOLTÀ

L’intervento è rivolto ai genitori che esprimo il bisogno di un confronto e di un supporto nella relazione con i propri figli.
Per i bambini più piccoli queste difficoltà possono riguardare il sonno, il gioco, le regole, i compiti. Quando i figli crescono talvolta le relazioni all’interno della famiglia possono a volte diventare problematiche o addirittura molto conflittuali.

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Per i genitori il disagio del bambino o dell’adolescente può essere fonte di sofferenza e di preoccupazione e, in questi casi, l’opportunità di avere uno spazio dove essere ascoltati è di grande aiuto, permettendo di comprendere meglio le proprie emozioni e quelle dei propri figli e consentendo, pertanto, di migliorare le abitudini di comunicazione familiare.

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L’intervento professionale può essere indicato non solo in caso di problematica accertata ma anche a scopo preventivo.

INSODDISFAZIONE E DESIDERIO

DI CAMBIAMENTO

L’insoddisfazione se perpetuata nel tempo insieme ad altri fattori può concorrere a generare uno stato forte disagio e irrequietezza, con conseguenze e impatti negativi sulle relazioni personali e professionali. In alcuni casi varie condizioni personali o lavorative possono, in particolari momenti della nostra vita, essere fattori scatenanti e concorrere ad aggravare una situazione già per altre ragioni vulnerabile.

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Nasce quindi un desiderio di cambiamento, ma molte persone tuttavia si percepiscono disorientate, non riescono a trovare le risorse necessarie in se stesse e non sanno come procedere per una difficoltà emotiva e per una cognizione negativa di sé legata alla propria storia.

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Attraverso un intervento di supporto psicologico e psicoterapeutico, è possibile guidare chi lo desidera a fare chiarezza dentro di sé e condurlo a vedere la realtà, che gli appariva  problematica e senza via d’uscita, sotto altri punti di vista, grazie appunto all’arricchimento personale conseguente alla relazione terapeutica.
L’obiettivo del percorso sarà affrontare insieme allo specialista i propri momenti di difficoltà per ritrovare un equilibrio con se stessi, con le proprie emozioni e con i propri pensieri.

 

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